Mandrolisai, ASL e Comunità montana siglano il Progetto SNAI
Grazie ai fondi del progetto il territorio punta a potenziare i servizi essenziali di salute, mobilità e istruzione, con un focus sulla medicina a domicilio.
«Avviamo una rivoluzione della sanità territoriale a 360 gradi – premette Paolo Cannas, direttore generale della ASL 3 di Nuoro. «Tutto poggia sulla presa in carico dei pazienti a domicilio. Siamo già partiti con la telemedicina». Una rivoluzione che parte dal basso, per dare la scossa a quel territorio dove l’accesso alle cure spesso appare un miraggio. E dove l’ospedale San Camillo combatte con le carenze, di continuo. Ecco perché l’accordo siglato in mattinata a Sorgono dalla ASL nuorese e dalla Comunità montana Gennargentu-Mandrolisai sa di conquista attesa anni. Il territorio investe con decisione sulla medicina di prossimità. Con circa 2 milioni di euro dedicati, fondi del progetto SNAI (Strategia Nazionale Aree Interne).
Il Mandrolisai cerca di reagire. Tutto possibile attraverso il progetto SNAI, scommessa virtuosa finanziata con quasi 10 milioni di euro di fondi ministeriali e regionali. E se gli occhi sono puntati soprattutto sulla sanità, alla luce della cronica mancanza di medici, il progetto della Comunità montana intende potenziare tre servizi considerati essenziali e carenti: mobilità, istruzione e appunto salute. «Finalmente questo percorso vede la luce – afferma Paolo Cannas -. Negli ultimi due anni abbiamo messo il ‘seme’ per fare la medicina di prossimità. Qualcosa si vede già. Telemedicina a parte, abbiamo gli ‘infermiere di comunità’; poi, stiamo seguendo parecchi anziani nei cosiddetti percorsi di mobilità attiva. Con questo accordo che abbiamo stipulato con la Comunità montana, e con questi soldi a disposizione, le comunità si stringono e potenziano quello che è stato già seminato».
Un progetto che entra nel vivo, punta nel breve periodo a dare le auspicate risposte al territorio. Il direttore generale dell’azienda sanitaria puntualizza: «Siamo già partiti, adesso si tratta di fare un apposito bando per potenziare il numero di ‘device’ da dare a domicilio; quindi, chiamare gli infermieri che diventeranno ‘di comunità’. Ci saranno diversi ‘case manager’: gireranno nelle varie abitazioni del territorio per monitorare i pazienti seguiti a domicilio». Cannas non nasconde il suo entusiasmo: «La nostra è un’attività sinergica, il territorio sta rispondendo nel miglior modo possibile. Il messaggio è chiaro: la sanità in queste zone è lontana, quindi qui più che in altri luoghi dobbiamo puntare sulla medicina di prossimità».
Un percorso che procede spedito, caldeggiato dalla Comunità montana Gennargentu-Mandrolisai con il forte sostegno della ASL 3. Come anticipato, prevede il miglioramento dei servizi di assistenza domiciliare integrata, con l’impiego delle figure professionali attive e formate sul territorio che integrano il servizio pubblico e collaborano con l’infermiere di comunità. È in questo frangente che il ruolo dell’Azienda sanitaria locale riveste un ruolo prioritario, attraverso l’utilizzo dei servizi di telemedicina e tele-assistenza. Insomma, dal Mandrolisai si fa largo un nuovo modo di intendere la sanità. Più duttile, legato alle esigenze del territorio, meno “ospedalocentrico”. «La nostra è una rivoluzione perché per la prima volta, non solo nel nostro territorio, la sanità viene costruita dal basso, con un rapporto diretto tra le istituzioni e per creare soluzioni efficaci e concrete», dichiara Alessandro Corona, sindaco di Atzara e presidente della Comunità montana Gennargentu-Mandrolisai. Paolo Fontana, presidente del Distretto sanitario di Sorgono, aggiunge: «Oggi è una giornata importante per il territorio. Portiamo a compimento degli atti di cui tutti beneficeranno. Speriamo sia di buon auspicio per il futuro».
Se si parla di Sanità, il progetto SNAI mette in campo due schede progettuali: “Una comunità in salute, un nuovo welfare di comunità” (920 mila euro) e “La sanità territoriale” (977.500 euro). Tra le varie cose, il progetto prevede: l’attivazione del servizio dell’infermiere di famiglia e di comunità, con l’assunzione di cinque infermieri per 36 ore settimanali per un arco di 28 mesi; il potenziamento del servizio di tele-assistenza e telemedicina, che coinvolgerà 150 pazienti del territorio per 24 mesi; il servizio di “case manager”, con l’assunzione di 2 operatori per 24 mesi; il servizio “percorso nascita”, che potrà contare su altri 2 operatori per 18 ore settimanali per 28 mesi; l’implementazione del servizio delle “Cure domiciliari integrate”, con 2 infermieri per 36 ore settimanali per 28 mesi; la nascita del servizio di attività motoria con 2 istruttori Isef-Scienze motorie, per 18 ore alla settimana per 24 mesi.
Ultima modifica
20 Novembre, 2024