Visite mediche nel Metaverso per i detenuti di Mamone
La ASL n. 3 di Nuoro in collaborazione con lo spin-off dell’Università di Cagliari, Chain Factory e la società State 1, ha introdotto un servizio rivoluzionario che mira a migliorare l’accesso alle cure mediche specialistiche in carcere, grazie all’impiego del Metaverso.
Un innovativo progetto per l’erogazione di servizi sanitari approda nella colonia penale di Mamone (Nuoro) dove dal 21 maggio i detenuti potranno essere visitati in remoto grazie al Metaverso. Psichiatria e fisiatria sono i due ambiti al centro del Progetto Metaverso ASL Nuoro, che in via sperimentale si pone l’obiettivo di migliorare l’efficienza dell’assistenza sanitaria negli istituti correttivi, abbattendo le barriere che troppo spesso lasciano isolati e affidati a sé stessi i detenuti.
L’iniziativa è frutto della collaborazione tra la Asl di Nuoro, la casa di reclusione di Mamone, lo spin-off accademico Chain Factory, dell’Università di Cagliari, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali e State1, società operante nel settore del Metaverso che negli ultimi mesi ha sviluppato un ambiente virtuale nel quale i detenuti possono incontrare i medici in uno spazio immersivo. Grazie all’utilizzo di appositi visori – speciali occhiali che permettono a chi li indossa di muoversi all’interno di uno spazio simulato – sia pazienti sia medici e personale infermieristico potranno interagire come se fossero fisicamente nello stesso luogo, nonostante la distanza.
La colonia penale di Mamone, estesa su 2.700 ettari, funge da struttura riabilitativa per detenuti condannati a una pena massima di sei anni. La struttura offre l’opportunità di lavorare nel settore agropastorale a circa 150 detenuti ogni anno. Il principale obiettivo di questo esperimento è migliorare l’accessibilità alle cure sanitarie per i detenuti, superando le barriere legate all’isolamento geografico e le conseguenti difficoltà logistiche affrontate quotidianamente dalla colonia.
Con questo progetto, la ASL di Nuoro, la colonia penale di Mamone, l’Università di Cagliari e State 1 si pongono all’avanguardia nell’uso delle tecnologie digitali per garantire e facilitare l’accesso alle prestazioni sanitarie, promuovendo al contempo l’equità e l’inclusione nel contesto delle cure penitenziarie.
«L’accesso alle cure sanitarie per i detenuti è un tema sempre più pressante in Italia, dove sovraffollamento e scarsità di fondi incidono negativamente sulla quotidianità di chi sta scontando una pena – spiega Alessandro Spano, professore del dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari -. Crediamo che questo progetto pilota possa rappresentare un’iniziativa d’eccellenza per migliorare le condizioni detentive dei carcerati, nonché un modello replicabile per spostare sul piano virtuale prestazioni mediche di bassa urgenza così da liberare risorse per tutte le prestazioni sanitarie indifferibili».
«Come direzione strategica aziendale – dichiara Paolo Cannas, direttore generale dell’ASL n. 3 di Nuoro – abbiamo investito, fin dall’inizio, nella medicina di prossimità, sfruttandone gli strumenti innovativi (il Metaverso, la telemedicina ecc.), al fine di migliorare la qualità delle cure sul territorio e, nel caso specifico, consentire di garantire l’assistenza sanitaria in una realtà in cui lo spostamento è problematico».
«Fortunatamente – conclude Cannas – nella realizzazione del progetto Metaverso abbiamo trovato un interlocutore sensibile come Vincenzo Lamonaca, direttore della Casa di reclusione di Mamone, al quale va la nostra sincera gratitudine per la preziosa collaborazione».
Ultima modifica
9 Maggio, 2024